Paolo parlamento Tosco è un agricoltore delle montagne biellesi. E’ ormai un affezionato espositore presente a Piante e Animali Perduti fin dalle prime edizioni. Spesso ci stupisce per le proposte che possono sembrare bizzarre ma che hanno sempre un’anima ecologica.
Da poco ha presentato i suoi Hotel per insetti, un nome che già spiega molto della sua ultima creazione.
In buona sostanza case per gli insetti utili all’agricoltura e salutari per le piante coltivate e, visto che l’architettura di queste abitazioni si è via via arricchita di nuovi progetti, ecco l’idea degli hotel. Qui, in un’unica costruzione di foggia diversa e realizzata con materiali differenti, trovano posto (se lo vogliono) non una sola ma più famiglie di insetti che chi ha orti e frutteti desidera ospitare.
Questi hotel sono stati creati da Paolo col proprio gusto estetico, certamente essenziali e sobrii.
Quello che ci tiene a dire è che sono tutti assemblati con materiali tra i più vari e che spesso ne prova di nuovi di cui è sempre alla ricerca. Proprio così, quella degli hotel per insetti non è una scienza esatta e le considerazioni teoriche vanno sempre sottoposte al gradimento del mondo animale, giusto giudice.
Per esempio nell’ultima, più complessa, versione ha inserito la lana e ancora non sa da chi sarà colonizzata questa morbida stanza del suo hotel…
Tutti sono realizzati con materiali di recupero rubati al fuoco o all’inevitabile spazzatura.
Sono utili per gli insetti che grazie alle stanzette possono trovare un rifugio per il letargo o per riprodursi. Ognuno ha le sue preferenza nel diametro dei fori oppure nel tipo di materiale di rivestimento in cui annidarsi. Oltre ad assicelle di legno di scarto Paolo usa paglia e cannucce ma anche mattoni di cui perfora la materia creando fori adatti a determinate specie.
Gli hotel per insetti sono particolarmente apprezzati dalle api solitarie (1000 specie diverse in Italia) che non pungono e, anzi, sono favolose per favorire l’impollinazione delle piante.
I bombi li usano con piacere, anch’essi straordinari impollinatori, le coccinelle e le forbicine che si cibano delle uova dei parassiti delle piante, i cervi volanti che cercano il legno in marcescenza proprio quando le casette iniziano ad invecchiare e la pioggia entra nelle fibre del legno rendendolo morbido. Anche le farfalle li occupano per svernare nel migliore dei modi.
Dove si mettono?
Appesi ai rami del giardino o del frutteto o da qualche parte stabile nei pressi dell’orto, al balcone in città.
Paolo li vende volentieri e il prezzo è modico, ma ammette che gli hotel per insetti possono benissimo essere autocostruiti. Chi ha un minimo di manualità può cimentarsi nel loro assemblaggio, naturalmente senza andare in un brico-center ma assolutamente riciclando materiale che non si usa più e che ritorna a vivere degnamente per un utile scopo.
Vogliamo frutti? Allora servono gli insetti impollinatori. E se non vengono quando prepariamo loro casette tanto accoglienti c’è da chiedersi se abitiamo in un luogo troppo inquinato o in cui l’agricoltura fa uso massiccio di “veleni”. In buona sostanza servono anche come indicatori della salute dell’ambiente. Utili, vero?
Einstein diceva che se sparissero le api all’improvviso in tre anni sparirebbe anche l’uomo.
Meglio quindi evitare le catastrofi ambientali e, nel nostro piccolo, aiutare gli impollinatori, tantissime specie fondamentali per l’equilibrio ecologico dell’ambiente in cui viviamo.
Ricordiamo anche che certi insetti competono direttamente con quelli infestanti (per esempio è noto che le coccinelle si cibano di afidi dannosi per le piante).
Meglio certe utili bestioline dietro casa o gli insetticidi delle industrie chimiche? Alla fine ci costano poco. Solo un hotel.